Il francescanesimo in Don Tonino Bello

Don Tonino nasce ad Alessano il 18 Marzo 1935 e muore il 20 Aprile 1993.
L’incontro  del  piccolo  con il  francescanesimo  avviene  in modo immediato, per il fatto che la stessa mamma, Maria, appartiene al Terz’Ordine Francescano (T.O.F.).
Lo stile familiare è poi caratterizzato da una sobrietà estrema, imposta  dalle  ristrette  condizioni economiche della famiglia.  Dentro tale contesto, si imprime, in profondo, nel futuro vescovo l’amore per la semplicità e la condivisione.

Oltre  al  dato  della  mamma terziaria  francescana,  e  in  collegamento  con  questo,  un  secondo elemento di avvicinamento al francescanesimo  per  il  giovane Tonino, è costituito dall’importanza che nel paese di Alessano riveste il convento dei cappuccini.
I frati cappuccini, infatti, si trovano  ad  Alessano  fin  dal  1628 con la chiesa dedicata a S. Maria degli angeli. Inoltre il convento è sede di noviziato. Don  Tonino  rimane  colpito dalla figura dei fratelli laici come fra Pacifico da Taurisano, fra Benedetto da Martina Franca e fra Ignazio da Alessano. In essi ammira “la semplicità e l’essenzialità di Francesco d’Assisi, che seppe scoprire in tutte le creature la presenza di Dio”.
Suo primo confessore e direttore spirituale è P. Giulio da Barletta. Si confessava nella piccola cella di questo padre.
Lo  colpiva  la  povertà  semplice e pulita e la scritta sulla porta: “Cella sit tibi coelum”.
Condotto dalla mamma terziaria e dai frati cappuccini, il giovane  Tonino  si  ritrova  in  tal  modo esposto  al  fascino  di  S.  Francesco  d’Assisi,  che  diventa  una  figura  di  riferimento  essenziale nella sua vita di uomo e di prete.

Possiamo  individuare  in  due punti tale ascendente:
Il primo è l’amore per la natura.
Ordinato sacerdote l’8 Dicembre 1957,  egli  viene  inserito  nel  seminario minore di Ugento in qualità di prefetto e poi vice-rettore. Il giovane prete è innamorato del cantico delle creature. Buon musicista, lo insegna ai seminaristi e lo fa frequentemente cantare a più voci. E per far gustare il creato, don Tonino porta i seminaristi nei boschi e qui spiega loro le piante, i fiori e persino le erbe.
L’amore per la natura sfocia e si condensa poi nell’amore per il vertice della creazione: l’uomo!
Ma a don Tonino non interessa un modello astratto, bensì l’uomo concreto, specialmente il povero.
Così emerge l’altro caposaldo della  sua  sensibilità  francescana: l’amore alla povertà; l’amore ad  una  vita  sobria,  fatta  di  cose semplici.  Ma soprattutto l’amore concreto  quasi  viscerale  per  il  povero!
Diceva  ai  seminaristi:  “Quando incontrate  un  povero,  mettetelo subito a suo agio, perché soltanto  chi  ama  il  povero,  ama  Gesù Cristo!”.

All’attrazione verso S. Francesco e alla fraternità con i Cappuccini  si  deve  un  momento  significativo della vita di Don Tonino: il suo ingresso nell’Ordine Francescano Secolare (O.F.S.). Infatti il 1 Gennaio 1962 emette la professione con l’assistenza di P. Nazzareno.  Don  Tonino  è  sacerdote  da poco più di 4 anni.

La professione nel Terz’Ordine Francescano rende esplicito quel collegamento  al  mondo  francescano  di  cui  don  Tonino  parlerà poco, ma che rivendicherà sempre.
Due semplici esempi:

  • Il  25 Aprile  del  1988  è  invitato ad animare l’incontro dei francescani  secolari  pugliesi  a  Bari. Quando viene fatto l’appello delle fraternità convenute dai vari paesi, allorché si nomina la fraternità legata  al  convento  di  Alessano, il vescovo è il primo a levarsi in piedi e rispondere con santo orgoglio: “PRESENTE!”.
  • Nel  1990  rivolge  un  messaggio all’O.F.S. di Molfetta e si firma don Tonino vescovo, terziario francescano. Si  sentirà  sempre  legato  al mondo francescano.

Nella  sua  diocesi  di  Molfetta  è  orgoglioso  di  ospitare  ben tre  conventi  di  frati  cappuccini: Molfetta,Terlizzi e Giovinazzo.
Nella molteplicità intensissima dei  suoi  impegni  apostolici, don Tonino non sa mai dire di no ai frati.
La  prima  ordinazione  sacerdotale del nuovo vescovo di Molfetta  è  proprio quella di un frate cappuccino molfettese:  fra  Vittorio Minervini (10 Aprile 1983).
Evidenziamo  due  incontri  significativi:

  • Il primo risale al 10 Novembre del  1989,  allorché  don  Tonino  è invitato a parlare ai frati cappuccini  della  Puglia  sul  tema  della povertà. Ebbene,  siccome  nei  giorni precedenti  gli  avevano  rubato la  macchina,  i  frati  gli  offrono  in dono una nuova automobile. Don  Tonino,  rifiutando  categoricamente,  spiega:  “I  frati  mi hanno invitato a parlare loro della povertà. Vi pare che io possa presentarmi  a  trattare  quest’argomento presentandomi al volante di una macchina nuova?”.
  • L’altro  incontro  è  con  il  P. Agostino da Faenza. Don Tonino era da poco tornato da Lourdes e stava mangiando con i suoi preti. Avvertito  dell’agonia  del  P.Agostino,  pianta  lì  tutti  e,  sotto una  pioggia  battente,  corre  al capezzale  e  gli   amministra il  sacramento  dell’olio  degli infermi.

Ricordiamo infine la scritta che lui stesso ha dettato per mettere sulla sua tomba:
DON TONINO BELLO,
TERZIARIO FRANCESCANO e VESCOVO

P.John

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